Quando il presidente, celebrando la liturgia, accentra su di sé l'attenzione, c'è uno sbilanciamento dell'azione liturgica che è, per definizione, azione del popolo! Soprattutto se ciò avviene con autoritarismo (per nulla autorevole), che serve solo a nascondere una scarsa conoscenza della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
E' davvero molto fastidioso vedere un presidente "padre-padrone", che copre con la sua voce, non così sicura e perfetta, il cantore di turno che , nel nostro caso, non sempre è intonato al punto giusto. Peggio è vedere il presidente lanciare occhiate feroci ai lettori, o agli organisti o ai cantori, anche quando tutto nella realtà è ancora accettabile: così la celebrazione si trasforma in un pasticcio liturgico.
Ottima iniziativa, invece, è far proclamare le preghiere dei fedeli dall'assemblea! Le intenzioni non devono mai essere lette, o formulate, dal presidente, il quale ha altri spazi e non deve prevaricare su quelli dell'assemblea. Buono, talora ottimo, l'accompagnamento degli organisti, purtroppo penalizzato solo dalle direttive del presidente che non si rende affatto conto della giustezza dei volumi e delle tonalità dei canti (sempre troppo alti o troppo bassi solo per lui) in proporzione all'effettivo canto dell'assemblea.
Tutto questo avviene, ultimamente, nella chiesa di San Carlo di Torino.
Voto: 5-
E' davvero molto fastidioso vedere un presidente "padre-padrone", che copre con la sua voce, non così sicura e perfetta, il cantore di turno che , nel nostro caso, non sempre è intonato al punto giusto. Peggio è vedere il presidente lanciare occhiate feroci ai lettori, o agli organisti o ai cantori, anche quando tutto nella realtà è ancora accettabile: così la celebrazione si trasforma in un pasticcio liturgico.
Ottima iniziativa, invece, è far proclamare le preghiere dei fedeli dall'assemblea! Le intenzioni non devono mai essere lette, o formulate, dal presidente, il quale ha altri spazi e non deve prevaricare su quelli dell'assemblea. Buono, talora ottimo, l'accompagnamento degli organisti, purtroppo penalizzato solo dalle direttive del presidente che non si rende affatto conto della giustezza dei volumi e delle tonalità dei canti (sempre troppo alti o troppo bassi solo per lui) in proporzione all'effettivo canto dell'assemblea.
Tutto questo avviene, ultimamente, nella chiesa di San Carlo di Torino.
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