INNO A SAN GIORGIO MARTIRE
di Dario Coppola e Stefano Marino (2010)
adattamento di passi tratti da:
Lettera agli Efesini (6, 12-17) di Paolo;
Passio Georgii;
Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Rit. Mandato a noi da Dio
per annunciare il Cristo
Giorgio ha vinto il drago
dell'infedeltà.
1. Danno i natali
nella Cappadocia
Policronia, di Cristo,
Geronzio il persiano
a Giorgio il cavaliere.
2. La verità ai suoi fianchi,
corazza è la giustizia,
in quella armatura
lo zelo calza Giorgio,
araldo della pace.
3. Lo scudo della fede
spegnerà il fuoco
dei dardi del maligno
che colpiranno Giorgio
che annuncia l'Evangelo.
4. Imitiamo Cristo
imitando Giorgio
e indosseremo l'elmo
della salvezza
che Dio a tutti dona.
5. La spada dello Spirito
che Giorgio ha brandito
di Dio è la Parola
che rinnova l'uomo
e che ci unisce in Cristo.
6. Nella palude il drago
minaccia la città
e tutti per calmarlo
lo cibano di armenti
che presto lui divora.
7. Del re Silene è figlia
ma è scelta in sacrificio
al posto delle greggi
arriva al supplizio
ma Giorgio doma il drago.
8. Il soldato Giorgio
si dirige a Selem
arriva con Silene
e in cambio della fede,
ecco, trafigge il drago.
9. Il cavaliere Giorgio
incontra anche un mago,
chiamato Atanasio,
che porta a conversione
e al martirio in Cristo.
10. Converte Anatolio,
che è un condottiero,
resuscita da morte
lui con i suoi soldati
portandoli al Cristo.
11. Converte Alessandra,
che è imperatrice,
che crede ora in Cristo
e che morirà
soltanto per la fede.
12. In un tempio greco
con un grande soffio
abbatte ogni statua
scolpita con la pietra
che celebra i pagani.
13. Di Lidia è principessa
una giovin donna
di Giorgio innamorata
ma non potendo averlo
per fede lo denuncia.
14. Giorgio dona ai poveri
tutti i suoi averi;
dell'imperatore
strappa anche l'editto:
in cella è imprigionato.
15. Costretto all'abiura
subisce ogni tortura;
incarcerato prega
ed ecco una visione:
lui vede il Signore.
16. E questo è l'oracolo
del Cristo Salvatore:
sette anni di dolore,
tre volte, poi, la morte.
tre volte lui risorge.
17. A sangue flagellato,
bruciato con il sale,
la coppa di veleno
Giorgio rende innocua
col segno della croce.
18. Giorgio è gettato
fra i denti di una ruota;
arpioni e uncini
lui spezza col suo corpo
per la sua grande fede.
19. Giorgio è messo a morte
ma prima di morire
ottiene di vedere
che l'imperatore
muoia con i suoi.
20. Giorgio la sua testa
offre per il Cristo
ma promette a noi
che lo veneriamo
la sua protezione.
21. Su un cavallo bianco
quella lunga chioma
del soldato Giorgio
ondeggia sulla terra
per portarci in cielo.
22. A questa antica storia
diamo noi un senso
se con la fede in Cristo
di vincere speriamo
il male con l'amore.
23. Giorgio è il fiorente,
è il verdeggiante
il megalo-martire
amato in ogni terra
prega Dio per tutti.
24. Perché Dio sostenga
la nostra debolezza
risplenda su di noi
quella sua potenza
nel mistero di Pasqua.
25. Sia gloria al Padre
e sia gloria al Figlio
e al Santo Spirito
sia sempre gloria
nei secoli dei secoli.
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* in nero grassetto: strofe adatte alla liturgia cattolica.
* in verde grassetto: strofa adatta alla liturgia cattolica e alle celebrazioni ecumeniche e interreligiose.
* in rosso: strofe adatte alla memoria negli incontri al di fuori della liturgia.
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LE NOSTRE PAGELLE
La Parrocchia di San Giorgio martire, a Torino, può contare su un gruppo di persone di ottima volontà che assicurano il servizio caritativo, la pulizia e l'addobbo della chiesa, l'animazione paraliturgica e quella liturgica sempre (anche d'estate): non v'è una celebrazione scoperta. Nell'Eucaristia è lodevole l'impegno di ogni membro della comunità in tutte le fasce d'età; la preghiera dei fedeli è proclamata dai laici celebranti e mai dal presidente celebrante, com'è giusto che sia; si canta sempre il salmo, che ha una natura musicale e deve essere cantato quando l'esecuzione è possibile; si canta sempre l'Amen della grande dossologia.
Si respira una buona atmosfera liturgica, come se ci si trovasse d'incanto in un bel paese fuori dal mondo con tanto di campanelli e campane suonate da un campanile che però non c'è: la liturgia, come azione del popolo, deve essere proprio popolare! Si sente, finalmente, che ogni gesto e parola del soggetto celebrante, che è l'assemblea, è bene armonizzato nell'animazione comunitaria.
Voto: 6/7
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