Quest'anno, fra le varie celebrazioni degne di nota, desideriamo segnalare il Triduo Pasquale celebrato nella chiesa di Padri Carmelitani Scalzi di Santa Teresa d'Avila.
Una sapiente commistione di antifone gregoriane dal sapore medievale e di canti liturgici più moderni, curati nei testi e senza pleonasmi ritualistici, che ha ravvivato un'assemblea amante delle cose ricercate ma essenziali accuratamente distillate e poi gustate per un'offerta sopraffina dal nobile senso dell'accoglienza in un'ospitale cornice collocabile fra il '600 e il '700. Tutto è stato servito da Padre Giustino Zoppi, Superiore e dagli altri frati, con la collaborazione liturgica e musicale - ma soprattutto vocale - del cantore-organista Dario Coppola, grazie alle sue particolari doti canore; fra i due si è stabilito un binomio rivelatosi, alla fine, una buona formula nella progettazione e nella realizzazione: sono risuonati, grazie a loro, dopo tanti anni di silenzio, melodie come Ecce lignum, Popule meus, Christus factus est pro nobis, Exsultet, Victimae Paschali; e non si è trattato affatto di archeologia liturgica, poiché l'assemblea ha sempre partecipato con adatti e adeguati ritornelli in lingua italiana, con melodie conosciute e orecchiabili, con gesti semplici ed espressivi, con segni veri e vivi, come le lunghe e filiformi candele di cera, i germogli e i primaverili fiori che ornavano l'altare sotto gli stucchi dorati fra i marmi policromi e i bei dipinti di questa, austera quanto bella, chiesa barocca. Al termine della Veglia Pasquale i frati hanno ospitato all'interno del Convento l'assemblea offrendo anche un po' di spumante e di colomba (anche questi ottimi).
S. M.